La nuova generazione della grande ragnatela è stata annunciata a più voci e, sebbene da noi accusi un certo ritardo, in molti contesti è già una realtà. La vera differenza, andando oltre AJAX, loghi con riflessi e ombre o altre cose simili, sta nell’interazione più spinta con i fruitori del sito. Non più comunicazione unidirezionale, non più solo blog e commenti, ma interazione: tag, social bookmarking, condivisione di media e altre belle cose.
Le tecniche per mettere in campo progetti di questo tipo possono essere alla portata, se non di tutti, di molti. Ma quello che ostacola la nascita di nuove iniziative che si creano dal basso è proprio l’individuazione di un modello di business. Manca un sistema che permetta cioè a chi crea contenuti e interazione, offrendo un’idea e mettendo le risorse per portarla avanti, una prospettiva di un sacrosanto ritorno economico per poter impostare su di essa un’attività imprenditoriale.
Leggo sul blog di Pandemia (articolo non più disponibile) come una campagna di pubblicizzazione di un film italiano abbia scelto come target, fra gli altri, due siti molto implicati nella nuova generazione, nonché due progetti che apprezzo molto: duespaghi e blogbabel. Che sia l’inizio di un trend positivo?
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